Il cibo occupa un posto importante nell'opera di Colette, nata Gabrielle Sidonie, diventata madame Willy, poi baronessa di Juvenel des Ursins, e infine semplicemente Colette. Gli alimenti, il modo di cucinarli, il piacere provato nel gustarli sono una fonte d'ispirazione importante nella scrittura di questa donna gaudente e golosa, che ha saputo elevare la propria ghiottoneria trasformandola in una componente essenziale del suo genio creativo. Danzatrice, attrice di mimo, giornalista, oltre che scrittrice, Colette è una donna ambigua dalla personalità ricca e controversa, dotata di un'energia infaticabile, il cui merito lei attribuisce al cioccolato, consumato in grande quantità e considerato "un filtro che abolisce gli anni". Appassionata della natura e degli animali, lo è ancora di più della buona tavola e il suo potere verbale nel comunicare gli aromi e i piaceri del cibo, insieme a quello di risvegliare l'immaginario dei sensi del lettore, sono fuori del comune. Mettendoci a tavola con lei scopriamo i piatti dell'infanzia, come il dolce di Natale, capolavoro di Sido, il gateau cornu, la ciambella tradizionale della sua regione, e le ricche pietanze degli interminabili pranzi di nozze di campagna, da lei divorate fino a crollare esausta sul tavolo. Conosciamo i piatti ingegnosi del tempo di guerra, cucinati con i pochi ingredienti a disposizione, quelli portati con sé nei pic-nic vicino a Saint-Tropez e quelli, raffinati, del famoso ristorante del Palais Royal, dove Colette andava a mangiare la lepre alla royale e la torta di allodole. E, seguendo il suo insegnamento e i suoi suggerimenti, noi arriveremo a trasformare, per usare il titolo di uno dei suoi libri, le nostre prigioni quotidiane in piccoli paradisi.
L’autrice:
Graziella Martina ha pubblicato testi scolastici e di viaggio. Ha tradotto molti scrittori inglesi e francesi, fra cui Kipling, Dickens, Conan Doyle, Balzac, Maupassant e Verne. Fra gli ultimi lavori una guida alla Parigi insolita e sconosciuta, "Parigi città europea di charme", per l'editrice Ibis
Chi, anche soltanto per una volta, non ha desiderato di essere seduto accanto a Tommy e Annika sul cassone della legna, davanti al fuoco scoppiettante, a guardare Pippi che ritaglia biscotti (almeno cinquecento!) o prepara frittelle di mele? Pippi Calzelunghe è una cuoca giocosa e gioiosa, vulcanica, esperta (nonostante le apparenze e la sua tenera età), che reputa il cibo un nutrimento non solo per il corpo ma anche (a volte soprattutto) per l'anima, e tiene in enorme considerazione i momenti di convivialità. Seguendo Pippi nelle sue avventure quotidiane, scopriamo una cucina, quella della Svezia meridionale, robusta, rustica e assolutamente deliziosa: tutta da provare.
L’autore:
Elisabetta Tiveron è nata e vive nell'entroterra veneziano. Laureata in storia contemporanea, alterna l'attività di consulente culinaria a quella di scrittrice di "cibo e dintorni". Ama la cucina di campagna (da cui il titolo della sua rubrica nel sito internet della collana Leggere è un gusto) e ha un debole per le culture gastronomiche europee generalmente considerate "minori". Nel 2008 ha pubblicato "Il quaderno dei frutti spontanei" e "Il quaderno dei dolci di mele", entrambi per l'editore Kellermann.
Scheda libro:
autore: Elisabetta Tiveron
titolo: Pippi calzelunghe, piccola, grande cuoca. Comfort food in salsa svedese.
anno: 2009
pagg. : 110
ISBN: 978-88-95177-50-2
prezzo: euro 10,00
Quante volte abbiamo cercato invano un fasciatoio nei bagni di un grande supermercato o di una fiera? Quante volte abbiamo cercato invano un piccolo spazio tranquillo per allattare nostro figlio?
Alla Fiera Internazionale del Libro di Torino, conclusasi il 18 maggio scorso, più di 500 mamme hanno potuto usufruire di uno spazio tutto per loro e i propri bambini!
L'Angolo della Poppata, un'iniziativa de Il leone verde Edizioni e dell'associazione La Luna di Latte, è stato un vero successo per le mamme che si sono potute riposate allattando su comodi divani bianchi, sorseggiando una tisana, consultando la collana de Il bambino naturale e altri libri dedicati alla genitorialità e accogliendo preziosi consigli da ostetriche e infermiere.
Ma anche per i papà e i nonni che, riposandosi dal caos della Fiera, hanno giocato con i bimbi più grandi nello spazio a loro dedicato con cuscinoni e libretti da sfogliare; e infine per i più piccolini che potevano essere cambiati in un luogo igienico e tranquillo e riaddormentarsi dopo una tranquilla poppata!
Nelle ore dei pasti l'Angolo della Poppata si è trasformato in un piccolo asilo e dormitorio con bebè allattati, nonne che dormivano con i nipotini sui divani, bimbi alle prese con le prime pappe con il cucchiaino e altri che giocavano scalzi sui tappetoni: "Sembra d'essere in un altro Paese, dove c'è più rispetto per gli altri, e per i più piccoli", scrive mamma Annalisa.
Molte mamme hanno lasciato scritto che se non avessero trovato l'Angolo della Poppata sarebbero uscite e tornate a casa; in questo modo invece hanno potuto fermarsi in Fiera molto più a lungo. Altre addirittura sono ritornate in Fiera proprio perché sapevano che potevano contare sull'Angolo della Poppata!
Alcuni commenti scritti lasciati dalle mamme:
"Meno male che qualcuno pensa ai bimbi e genitori qui in… in mezzo ai libri, grazie!" – Antonella
"Grazie mille per questo ’angolo‘ in cui ci siamo sentiti accolti"
"Lo scorso anno, quando mi sono trovata a cambiare il pannolino a mio figlio su una sedia mi sono chiesta perché non ci fosse uno spazio così! Da rifare ogni anno, complimenti!" – Rosita
Arrivederci al prossimo anno!